Treviso: i voti allo staff

Dopo aver parlato diffusamente di quanto siano stati bravissimi i bimbi, a una settimana esatta dall’inizio del Torneo dei Tornei, è il momento di parlare dello staff. Ovvero di quel manipolo di uomini di tre generazioni che hanno permesso tutto ciò: comunque sia andata, senza di loro l’avventura non sarebbe neanche partita.

Riccardo: trasforma uno sparuto manipolo di infanti in uno sparuto manipolo di infanti ma con più tono. Indossa di nascosto un auricolare in filo diretto con Lucia di SOS Tata, e nelle pause si traveste da Grande Puffo per far perdere le sue tracce almeno quei dieci minuti . Devastato. Voto 10

Isma: il suo goffo tentativo di farsi ingaggiare per Treviso come preparatore è sgamato quasi subito. Si aggira a torso nudo per la Ghirada tentando di conquistare l’ambita fascia di Mister Padania, ma non tiene conto del fatto che qui tutti gli sguardi sono rivolti più che altro agli affettati. Da premiare per l’averci comunque provato. Voto 10

Mattia: un anno accanto a Raja è lungo, lunghissimo. E’ stanco, provato, al limite di una crisi di nervi. Riesce a trasmettere equilibrio e tranquillità ai suoi bimbi grazie ai superpoteri della barba, nella quale nasconde un trasmettitore a ultrasuoni che li ipnotizza. Eroico è dir poco. Voto 10

Raja: arriva sui campi a torneo quasi finito perchè impiega due giorni a convincere la security al cancello che lui è un allenatore di rugby. Quando ci riesce ormai è tardi per influire sulle vicende sportive, quindi per dare un senso al weekend ci prova con tutte le diciassettenni della provincia di Treviso. Voto 10

Alessio: il suo obiettivo principale era quello di stare il più lontano possibile dai genitori che gli hanno fracassato i maroni tutto l’anno. Sempre in campo, appare saltuariamente al gazebo passando da dietro e se ne rivà immediatamente. Due giorni sotto il sole cocente, passa dall’aspetto di un bancario svedese a quello di un clochard peruviano. Alla fine ha le sembianze di Teomondo Scrofalo, ma è soddisfatto. Voto 10

Dario: l’unico, così dicono, fra tutti, che ci capisce qualcosa. Infatti l’under 10 non vince una partita nemmeno a pagarli. Ci vuole l’ultima partita, quando metà delle squadre erano già sul pullmann, per portare a casa un successo. Però è bellissimo, e le mamme della 6 si sciolgono al suo passaggio. Voto 10

Barso: l’under 12 di quest’anno avrebbe ucciso un toro, sabato sera ha lo sguardo assassino di Jack Nicholson in Shining. Ci sono dei delinquenti in questa 12 che messi tutti insieme creerebbero il caos anche nel peggiore bar di Caracas. Pare che cerchi di appiopparne almeno due in prestito al Rho che per vendetta ce ne rifila 5. Rassegnato. Voto 10

Cice: vedi sopra, ma ha dalla sua la giovane età. Se non puoi combatterli unisciti a loro, e infatti nelle pause lo vedi scorrazzare per il campo con i bimbi come se fosse il fratello minore. I risultati ottenuti sono comunque ottimi: primo a nascondino, terzo a biliardino, terzo a palline, secondo a strega comanda colore, purtroppo ultimo a chi ce l’ha più lungo. Scambia carte Pokemon, è felice come la sera della vigilia di Natale. Voto 10

Brioscia: Ogni Torneo Città di Treviso ingrassa 15kg,  poi passa il resto dell’anno nel cercare di rimettersi in forma fino al Città di Treviso successivo e di nuovo così, in loop, da anni. A luglio comincia già a chiedere in direttivo se qualcuno ha prenotato il gazebo, i tavoli, l’affettatrice, il pane. Non ha più una vita propria, ma comunque Voto 10

Alessandro: il decano degli allenatori Bellaria. Chiede ingenuamente al direttivo di poter venire a Treviso “se posso essere utile”: le ultime parole famose, preso al volo e impiegato come autista. Il buon Crive non si scoraggia e pur con qualche momento di brivido riporta tutti a casa sani e salvi. Non disdegna le occhiate verso le giovani madri, ripreso anche dal parcheggiatore della Ghirada (suo coetaneo) che gli sussurra “mavvia, alla sua età…”. Un mix tra Highlander e Tinto Brass. Voto 10

Gaspe: tre giorni prima del torneo si accorge di non aver fatto il bonifico, per fortuna alla Benetton ormai ci conoscono e ci avevano iscritto lo stesso a fiducia. Organizza, smista, corre come un pazzo da un campo all’altro da mattina a sera. In pieno delirio prova a moltiplicare i pesci e intima di alzarsi e camminare a uno che stava tranquillamente dormendo a bordocampo. Elena ormai lo gestisce da casa tramite app, a un certo punto gli arriva la notifica di sovraccarico e lo spenge quella mezzoretta utile perchè non perda definitivamente la ragione, spesso non fa in tempo. Uno e trino. Voto 10

Giovanni Grespan: per chi non lo sapesse è quell’omone che si aggirava tra i campi in jeans e camicia. Organizza il torneo. Con la sola imposizione delle mani gestisce quattrocento squadre, seicento volontari, seimila tra giocatori e allenatori, dodicimila fra genitori isterici e fratellini urlanti. La leggenda della precisione Veneta ha un nome e un cognome: il suo. Nessun problema, di nessun tipo, nemmeno a crearli apposta. I problemi si autodistruggono al suo passaggio, scusandosi. Dopo due minuti dalla fine del torneo manda una mail di ringraziamento a tutti i partecipanti e li invita alla prossima edizione, annunciando già le date. Da noi  scatta la psicosi anche quando c’è da gonfiare un pallone, trova le differenze. Un giorno saremo come te, nel frattempo continuiamo a venire a lezione. Altro livello. Voto: NG.

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