No, i Matia Bazar non c’entrano niente. E neanche Audrey Hepburn e Gregory Peck, se non fosse per la famosa scena della Vespa che nell’immaginario collettivo unisce da sempre Pontedera e Roma. C’entra piuttosto la passione. Se proprio dobbiamo raccontare qualcosa che non è andato nella giornata di sabato, lo facciamo subito così ci togliamo il pensiero: l’Italia è stata sconfitta (e non è certo una novità ) e soprattutto la partita non è stata certo una di quelle che rimarranno nella storia del Rugby. Anzi. Ma per fortuna con le note negative abbiamo già finito, quindi possiamo passare a raccontare tutto il resto, che invece è stato bellissimo. La truppa Bellaria Rugby è partita puntuale alle ore 8.00 direzione Stadio Olimpico, carica di speranza e buoni propositi sportivi ma soprattutto enogastronomici, tanto che le domande più in voga erano più che altro volte a sapere dove e come ci saremmo fermati a mangiare. Stavolta la segreteria non ha badato a spese: pulmann nuovo di pacca, dotato perfino di doppia fila di sedili con corridoio centrale, vetri, sterzo girevole, fari sia davanti che dietro e logo Pontedera Bellaria Rugby, come le squadre vere. Una rapida conta e si parte. Ne mancano tre, si parte lo stesso!!! A bordo si conferma una regola non scritta ma che si tramanda da sempre: i bimbi grandi in fondo (ricerche scientifiche dicono che il loro istinto gli dice di fare così perchè pensano che, da laggiù in fondo, possono fare casino senza che nessuno li veda), bimbi piccoli in cima (perchè pensano che in cima sia più importante, lo dice la parola stessa, cima), genitori al centro che già all’altezza della rotonda del Romito hanno smesso di dirgli “state buoni” data la palese inefficacia dei primi due richiami. Riecheggia già l’inno, sia quello “vero” che quello tanto caro a noi Rugbisti, quello che fa “poroporopò-poroporoporopò”, quello che i bimbi in verità conoscono a memoria strofa per strofa e quindi lo cantano per una mezzora buona. Il viaggio scorre veloce, non c’è traffico e per la prima volta dal 1990 ad oggi in Fi-Pi-Li non ci sono code: già per questo il 22/02/2020 andrebbe segnalato giornata patrimonio dell’umanità . Si arriva in un lampo alla prima sosta, prevista in Valdichiana, dove un’invasione di locuste saccheggia l’autogrill (AUTOGRILL – AUTOGRILL) noncuranti del fatto che in realtà tutti avevano fatto colazione due ore prima: la quantità dei panini spolverata è pari al fabbisogno annuale di una città di 50mila abitanti, e la cosa ancor più curiosa è che la metà li mangia Gopal. Da solo. Dove lo metterà tutto quel che mangia è un mistero che ci accompegnerà per tutto il viaggio. Verso mezzogiorno si arriva a Roma e scopriamo che i pullmann possono parcheggiare proprio di fianco al Foro Italico, già strapieno di improbabili individui che sfoggiano dress-codes da paura: scozzesi in kilt, italiani con le parrucche, scozzesi con le parrucche, italiani col kilt, tanti-tantissimi ma veramente tantissimissimi bambini, tute e felpe di società provenienti da tutta l’Italia e da tutta la Scozia. Poi gente mascherata con i costumi più improbabili, stand di tutti i tipi che cercano di venderti l’impossibile. Uno di noi pensando di comprare un pallone ha invece comprato un appartamento in Trastevere e non ha assistito al match perchè portato con la forza a fare il rogito notarile. Il Foro Italico, per chi non l’avesse mai visto, è bellissimo. Lo Stadio dei Marmi è uno spettacolo unico e per essere giugno è caldo ma non caldissimo, quindi tutti a mezze maniche a giocare, ma non troppo perchè OVVIAMENTE l’area Food è proprio lì accanto e nell’aria si respira un non so che di magico, cioè una coltre di aroma salsiccia-wurstel-hamburger che inviterebbe al cannibalismo anche il più oltranzista dei vegani. Quindi basta giocare, senza fare storie. Nel frattempo, l’invito “restiamo tutti insieme” era andato a farsi friggere dopo sei metri e le celle telefoniche della capitale sono intasate da “dove siete?”, ma poco male perchè quello che ti sta accanto ti sorride e ti saluta, che sia uno di Bientina o uno di Aberdeen in questo contesto non è importante. Anzi, molto meglio uno di Aberdeen!!! Il villaggio brulica di tutti i colori possibili e immaginabli, la “City of Rome Pipe Band” (guarda, gli scozzesi!!! no, son romani) e la “Fantomatik Orchestra” (guarda, gli scozzesi!!! no, son toscani) rallegrano ancor di più il già carico ambiente con le loro musiche, e dal palco l’animazione comincia a prendere giri. Quasi quasi sarebbe da restare fuori. Ah già , la partita. Sono passate le 14 e quindi entriamo all’Olimpico. Il colpo d’occhio è imponente. Nonostante i risultati… ehm… non del tutto positivi (!!!!!) dell’Italrugby nel 6 nazioni ci sono quasi 60mila persone. Così a occhio e croce ci sono 10mila scozzesi, ed è bellissimo. Gli inni nazionali ci emozionano, Flowers of Scotland e Fratelli d’Italia riscaldano i cuori, i tifosi fianco a fianco si stringono la mano in segno di pace e si comincia!!! La cronaca della partita ve la risparmiamo ma nel nostro settore risuonano alti i cori di incitamento dei bimbi verso i loro beniamini. Non abbiamo ben capito chi fossero “Piccione” e “Trombetta” e in che ruolo giocassero, ma li abbiamo sentiti nominare spesso quindi presumiamo che siano fortissimi. Cala il sole e anche i più temerari abbandonano t-shirt e infradito per tornare a una più prudente mise invernale, con il terribile elmo tricolore del luppoloso main sponsor che a fatica riesce a fare da barriera. “Ma non ci potevano regalare la birra? – Chiedo per un amico.” La partita degli azzurri finisce con l’invidiabile score di zero punti fatti ma la cosa non ci preoccupa molto, consapevoli che festa era prima, festa è stata durante e festa sarà dopo. Purtroppo il pullmann ci aspetta e l’unica cosa che possiamo fare nel frattempo, con buona pace dei The Kolors che erano già pronti sul palco, è ovviamente fare merenda. Altrettanto ovviamente il nostro concetto di merenda è leggermente diversa da quella degli spot televisivi, e la cosa si prolunga un pelino, tanto che nel parcheggio dei pullmann si mette in atto una sessione di passaggi e touche. Ma c’è anche un lieto fine… Elia e Gigi, due tipetti che già al primo anno di Under 8 si possono definire senatori, compiono gli anni in questi giorni e la sorpresa non può che essere a tema: ecco quindi arrivare il coro Tanti Auguri con tanto di pallone ufficiale del match. Si riparte in direzione Pontedera, il clima si rasserena e subentra un po’ di inevitabile stanchezza salva l’improvvisa (ma non inattesa) impennata verso l’ora di cena quando riparte il coro “AUTOGRILL-AUTOGRILL”. L’ultima fermata serve soprattutto a stirare le gambe, l’aria del Casentino è frizzante ma ciò non toglie ai bimbi la voglia di fare anche l’ultima partitella tra i TIR in sosta. Altri ne approfittano per fare una frugale cena. E Gopal, finito il bancone dei panini, riparte con i dolci. Ci hanno chiesto di tornare a prenderlo entro martedì, la segreteria per favore provveda!!!